Da sempre si dice che le donne si ubriacano più facilmente degli uomini, e che, pur bevendo la stessa quantità di vino del fidanzato o dell’amico, reagiscono in modo diverso.
Beh, in questo caso non è un discorso sessista fondato su falsi pregiudizi: se l’alcol dà più facilmente alla testa, infatti, non è colpa né dell’educazione, né tantomeno dell’abitudine.
L’organismo femminile ha una capacità dimezzata, rispetto a quella maschile, di smaltire l’alcol ingerito.
Questa differenza dipende dal fatto che la donna presenta una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol, proprio a causa della carenza dell’enzima epatico alcol deidrogenasi.
A pari quantità di bevande alcoliche, quindi, corrisponde un livello di alcolemia maggiore: ecco allora che sì, le donne di ubriacano più facilmente!
In Italia, le linee guida nutrizionali, dettate anche dall’OMS, raccomandano che una donna adulta e in buona salute non superi mai un consumo giornaliero di 1 unità alcolica perché si possa considerare un “consumo a basso rischio”, mentre per l’uomo il limite si alza a 2 unità alcoliche al giorno.
Molte donne riferiscono di consumare vino, birra, aperitivi alcolici, superalcolici, “moderatamente”, ma di fatto la moderazione è un concetto davvero discutibile e lo è ancor di più in riferimento all’organismo femminile, proprio per ragioni fisiologiche. Per questi motivi la donna è più a rischio nello sviluppare più rapidamente le complicanze derivate da un uso problematico.
Un discorso particolare va fatto per la donna in gravidanza, periodo in cui va evitato qualsiasi consumo di alcol.
L’etanolo, infatti, è in grado di attraversare la placenta e arrivare al feto a una concentrazione praticamente equivalente a quella della madre che ha assunto la bevanda alcolica. Il feto non è dotato di enzimi capaci di metabolizzare l’alcol e ne subisce gli effetti dannosi sia a livello cerebrale che sui tessuti in via di formazione. Tale azione negativa interferisce sui normali processi di sviluppo fisico, provocando malformazioni, ed intellettivo, causando ritardo mentale), in maniera più o meno grave in relazione ai livelli di consumo.
Pertanto, a causa di tale azione tossica, le donne che bevono abitualmente durante la gravidanza, anche dopo assunzione di dosi modeste, incorrono con maggior frequenza in aborti spontanei e sono esposte al rischio di partorire bambini prematuri e sottopeso.