Come l’alcol altera l’umore

L’alcol è una sostanza psicoattiva, cioè?

È in grado di modificare il funzionamento del cervello, e bastano davvero solo due drink per “confondere” il nostro cervello!

Le sostanze psicoattive sono composte da agenti chimici che producono alterazioni di alcune funzioni biologiche e psicologiche, generando delle modificazioni emotive, cognitive, sensoriali e comportamentali.

Com’è possibile allora che non sia vero che ci rende più felici? A chi non è capitato di sentirsi euforico e di buon umore dopo qualche bicchiere? Eppure…

L’iniziale sensazione di euforia e disinibizione è tanto breve quanto effimera.

Questo perché l’alcol è una sostanza deprimente, non eccitante: il fatto che ci rallegri si deve ai meccanismi inibitori sul cervello, proprio in ragione del suo effetto sedativo. Bere, dunque, non regala vera felicità, piuttosto allevia lo stress, rende più estroversi e facilita la connessione sociale. Questo succede perché l’alcol modifica il funzionamento della dopamina, un importante neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti di gratificazione e motivazione, che, aumentando la sua presenza nella sinapsi, produce iperattività ed euforia. 

Alterando la percezione della realtà, quando assunto, l’alcol riduce le capacità di giudizio e di critica, quindi ci rende meno disposti ad accettare osservazioni e a confrontarci con gli altri; agisce sui centri cerebrali che sono coinvolti nell’aggressività e, ostacolando l’azione di controllo della corteccia prefrontale, abbassa le inibizioni che normalmente ci aiutano a tenere sotto controllo gli impulsi aggressivi. Ecco perché quando alcune persone bevono troppo possono diventare aggressive, irascibili, e talvolta addirittura violente nei confronti di altre persone, favorendo situazioni di scontro e di conflitto.

È altrettanto vero, però, che non per tutti è la stessa cosa: gli effetti conseguenti all’assunzione di bevande alcoliche non sono sempre identici: le emozioni vengono alterate con effetti diversi da persona all’altra, e anche sulla base del momento e del contesto in cui ci si trova.

Per meglio comprendere questo, possiamo fare riferimento al “Triangolo di Zinberg”, che ci dice che gli effetti delle sostanze psicoattive dipendono da tre fattori interdipendenti: DRUG (composizione della sostanza, dosaggio), SET (caratteristiche individuali: peso corporeo, funzionamento dell’organismo, genere, salute fisica e mentale), SETTING (situazione in cui avviene il consumo: presenza di altri consumatori e/ persone di fiducia, assunzione in solitudine o in compagnia). La relazione tra questi tre elementi esercita un’influenza decisiva sugli effetti e sui rischi ma anche sull’evoluzione dei consumi e sulla possibilità o meno di sviluppare una dipendenza.

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