Bevo per dimenticare ma…dimentico o non ricordo?

"Bevo per dimenticare" è una delle risposte più gettonate quando si domanda alle persone, di qualsiasi età, perché si assumono alcolici.

È entrato nel nostro immaginario culturale quotidiano pensare che quando si sta male, quando si sta affrontando una delusione, oppure quando siamo attanagliati da brutti ricordi o pensieri negativi, l’alcol possa aiutare a spegnere questi pensieri e affogare sentimenti ed emozioni, per aggirare il dolore.

Alterando la percezione della realtà, e in virtù del suo effetto sedativo, l’alcol è in grado di modificare le nostre emozioni, e magari, per qualche istante, riesce davvero ad attenuare quel sentimento di profonda tristezza che possiamo provare a fronte di situazioni spiacevoli. La funzione dell’oblio, relativa a fatti ormai accaduti e memorizzati, che si realizza nell’immediato durante l’ubriachezza, è però soltanto transitoria.

Infatti, l’alcol non ci fa dimenticare quello che ci fa stare male, provoca solo dei blackout.

Ci fa dimenticare solo quello che accade durante l’intossicazione da alcol, e non quello che è successo prima.

Cosa sono i blackout?

I blackout correlati all’alcol sono lacune nella memoria relative agli eventi che si sono verificati durante l’intossicazione. Queste lacune si verificano quando un soggetto beve alcol in quantità sufficiente da bloccare temporaneamente il trasferimento dei ricordi da un deposito a breve termine a uno a lungo termine, noto come consolidamento della memoria. Possono manifestarsi in chiunque beva alcol, indipendentemente dall’età o dal livello di esperienza con il consumo, e non dipende solo dalla quantità di etanolo assunta, ma anche dalle condizioni pisico-fisiche della persona. 

Esistono diversi tipi di blackout.

Il più comune è chiamato blackout frammentario ed è caratterizzato da ricordi discontinui degli eventi e da periodi di vuoto. Il più grave è l’amnesia completa o blackout in blocco che riguarda un periodo di tempo più lungo durante il quale non si formano i ricordi degli eventi e non possono essere recuperati in nessun modo.

Quindi… posso percorrere lunghe distanze in auto senza esserne pienamente consapevole, intrattenere conversazioni apparentemente normali senza poi averne alcuna coscienza, oppure risvegliarmi in un luogo senza ricordare come ci sono arrivato (con tutti i rischi che ne derivano!), ma il dolore che deriva da un evento spiacevole, come può essere un insuccesso scolastico o lavorativo, la fine di una relazione, un litigio con una persona importante, un lutto… beh, quello non si dimentica. Anzi, berci su potrebbe non fare altro che interrompere il naturale e necessario processo di elaborazione di un dolore, ritardandone la “digestione”.

E il giorno dopo la sbronza quel dolore torna, più forte di prima, forse anche aggravato dal potere deprimente dell’alcol, dalla nausea e dal mal di testa, e ci obbliga a farci i conti.

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